I sintomi della disidratazione e i suoi effetti sull’organismo
La disidratazione è uno stato patologico che si verifica quando nell’organismo c’è uno squilibrio di liquidi; cioè il nostro corpo perde più liquidi di quanti ne assume. Ne consegue, dunque, il suo mal funzionamento.
Oltre alla mancata assunzione di acqua in situazioni di clima caldo, di attività fisica, o semplicemente durante l’arco della giornata, tra le cause della disidratazione ricordiamo la diarrea grave, il vomito, la febbre e la sudorazione eccessiva. Per far sì che tutti bevano in quantità sufficiente per prevenire la disidratazione, è opportuno sapere quali siano i suoi sintomi, effetti e i possibili rimedi.
La cosa importante da ricordare è quella di bere almeno 2 litri d’acqua al giorno, aiutandosi anche rendendo disponibile una fonte di acqua potabile a casa e al lavoro, come un erogatore d’acqua in ufficio o in azienda, collegato alla rete idrica, o un erogatore d’acqua filtrata domestico.
Sintomi ed effetti della disidratazione
Il corpo umano ci parla e lo fa inviandoci dei piccoli segnali, i quali ci allertano se qualcosa non funziona correttamente. La cosa principale da fare è quella di ascoltarlo per capire cosa c’è che non va.
I possibili sintomi che possiamo incontrare sono svariati: dalla bocca secca e appiccicosa, alla sete; dalla debolezza generale, sonnolenza, stanchezza, vertigini e mal di testa, ai crampi muscolari; dalla diminuzione dell’azione diuretica alla secchezza di pelle, mucose e labbra; dall’infossamento dei bulbi oculari alla loro scarsa lacrimazione.
La voglia di bere non è sempre un campanello d’allarme del bisogno d’acqua, in particolare nei bambini e negli anziani, che risultano essere la categoria più a rischio, insieme agli sportivi. L’indicatore migliore è il colore delle urine: le urine trasparenti o chiare indicano che l’equilibrio tra liquidi è rispettato, mentre quelle di colore giallo scuro o ambrato, di solito sono segnale di disidratazione.
Un soggetto disidratato può presentare diversi effetti negativi tra cui:
- Ipertermia, conosciuta anche con il nome di colpo di calore: durante l’attività fisica, se si assumono pochi liquidi, si può verificare un incremento di temperatura corporea con crampi di calore lievi o forti;
- Edema celebrale: quando si riprende ad assumere liquidi dopo la disidratazione, l’organismo può dare troppa acqua alle cellule che possono gonfiarsi e scoppiare, provocando un rigonfiamento del tessuto celebrale;
- Convulsioni: contrazioni muscolari involontarie dovute da uno squilibrio elettrolitico, con possibile perdita di conoscenza
- Shock ipovolemico: il volume del sangue circolante è scarso, la pressione cala bruscamente, così come la quantità di ossigeno presente nell’organismo;
- Insufficienza renale: i reni non sono più in grado di espellere i liquidi in eccesso e le sostanze tossiche del sangue
Nei casi più estremi può insorgere il coma fino ad arrivare al decesso.
I possibili rimedi alla disidratazione
L’approccio più sicuro per evitare di rimanere disidratati è la prevenzione: bere molto e consumare alimenti ricchi di acqua, quali ad esempio la frutta e la verdura. Tenere sempre sotto controllo la perdita di fluidi e in determinate circostanze assumere più liquidi del normale, come quando fa caldo, quando siete malati o durante l’esercizio fisico.
Oltre a bere acqua, è consigliabile assumere bevande isotoniche che abbiano una percentuale di carboidrati compresa tra il 6% e l’8%, in modo da reintegrare i liquidi e gli elettroliti persi. Nei casi più gravi sarà necessario reintegrare i liquidi tramite flebo per poter assimilare più velocemente l’acqua e le sostanze nutritive.