Cosa è e come funziona l’elevator pitch
Avete mai sentito parlare di elevator pitch? Nell’epoca odierna, dove la comunicazione è davvero tutto, questo termine comincia a diventare sempre più comune ed è una leva importante per convincere l’interlocutore e fare pubblicità. Ma bisogna farlo davvero bene, per poter ottenere i propri scopi.
Si dice in genere che la prima impressione è quella che conta: vale anche nell’arte della comunicazione e come vi ponete nei confronti del vostro interlocutore ha un ruolo fondamentale nella possibilità di crearvi un futuro.
L’elevator pitch consiste in una brevissima presentazione spesso indicata come elemento di self-marketing, ovvero per promuoversi o sponsorizzarsi. Si tratta, in sostanza, di una breve presentazione rispetto ad un progetto o a un’idea: breve, e quindi intendiamo della durata media di 2-3 minuti, pochissimo tempo nel corso del quale si deve essere in grado di convincere l’interlocutore della bontà di un progetto o di una idea. Pochi minuti son davvero scarsi per presentare idee e progetti anche complessi, ma sono sufficienti per dare qualche tips e per lasciare il segno. Per questo l’elevator pitch è a tutti gli effetti una prova, un’occasione per fare una buona impressione. Può comunque essere presentata anche nel corso di un colloquio di lavoro (si pensi al classico ‘ci parli di lei’) o di un incontro di lavoro. Si tratta quindi di fare colpo avendo pochissimo tempo a disposizione.
L’elevator pitch può essere usato anche nel corso di fiere, convegni, quando si è chiamati a fare delle presentazioni molto concise; ma anche in caso di incontro con professionisti del vostro network o anche incontri casuali. Suscitare interesse con un elevator pitch richiede molta pratica e talento, ma provando ancora ed ancora riuscirete nell’obbiettivo.
Come fare un elevator pitch
Come si fa un elevator pitch che sia davvero efficace e che colga il punto? Come è possibile presentarsi, e presentare idee e progetti, in una manciata di secondi senza essere prolissi e catturando l’attenzione dell’interlocutore?
Il principio di comunicazione alla base dell’elevator pitch è l’AIDA, cioè il catturare l’attenzione, l’interesse, il desiderio e l’azione della persona che ci ascolta.
Ecco quindi come è possibile impostare al meglio un elevator pitch davvero di qualità:
- chiedersi che cosa si offre di concreto al proprio interlocutore. Cosa vi rende diversi dagli altri?
- Come potete suscitare l’interesse? Per conoscere la risposta, dovrete anche conoscere quali sono i reali interessi di chi vi sta ascoltando.
- Perché siete diversi dagli altri, ad esempio dalla concorrenza? Che tipo di valore aggiunto comporta lavorare con voi?
- Chiamata all’azione, o call to action: cosa cercate dall’interlocutore?
Per riuscire al meglio nella costruzione di un elevator pitch che funzioni davvero, bisogna creare delle priorità dei contenuti. Non si può dire tutto – abbiamo poco tempo e la soglia di attenzione della controparte è limitata – bisogna sottolineare che cosa vi rende davvero speciali. Non dimenticate che non state facendo un monologo con voi stessi: l’elevator pitch è rivolto ad un’altra persona, e quindi deve chiamare in causa anche l’interlocutore (la c.d. chiamata all’azione). Cercate di far trasparire al massimo l’entusiasmo nel corso del vostro discorso, e state autentici e molto reali e trasparenti, non date un’idea di voi artefatta o costruita per piacere a tutti i costi. Infine, per un elevator pitch che lasci davvero il segno, è opportuno provare, e provare ancora davanti allo specchio. Dovete sentirvi del tutto a vostro agio a parlare di voi e dei punti di forza in una manciata di secondi, quindi dovete esercitarvi nell’arte della concretezza e della sinteticità per fare colpo sulla controparte. Per saperne di più potete approfondire leggendo questo articolo pubblicato dal sito tecnichedivenditaavanzate.com.