Tablet, videogiochi e TV: come influenzano lo sviluppo del bambino
Negli ultimi decenni la tecnologia è entrata a far parte delle nostre vite, diventando quasi una dipendenza e una necessità inderogabile.
I bambini fra i 3 e i 7 anni sono particolarmente sensibili a questa tematica, in quanto secondo gli studi, è più il tempo passato davanti ad uno schermo televisivo, piuttosto che quello trascorso a giocare in compagnia di un fratellino, o di un amichetto, e spesso la causa di ciò è riconducibile a genitori poco presenti, o troppo indaffarati con il lavoro.
Lo sviluppo relazionale e cognitivo del bambino inizia proprio fra i 12 e i 24 mesi, ed è questo uno dei periodi più critici. Sono frequenti i pianti per puro capriccio, e la soluzione più semplice per calmare un infante che strilla appare quella di un giochino o un cartone animato sullo smartphone o sul tablet: nulla di più sbagliato.
Secondo l’AAP (Accademia Americana dei Pediatri), è sconsigliabile la visione di TV da parte di bambini al di sotto dei due anni, così come l’utilizzo di uno smartphone, o qualsiasi altro dispositivo digitale: in questa fase dello sviluppo infatti, il bambino entra in contatto con il mondo per la prima volta attraverso la sfera cognitiva, inizia ad imparare rapidamente, cammina in maniera autonoma, gioca instancabilmente per ore. Tutto ciò verrebbe ostacolato dalla grande curiosità che provocherebbero delle immagini coloratissime che si muovono sullo schermo, e catturando tutte le sue attenzioni, finirebbe per non voler fare nient’altro, ed è per questo che la scelta dei giocattoli va ponderata attentamente dai genitori.
Oltre i 24 mesi è possibile iniziare a far familiarizzare il bambino con la TV, ma con le dovute precauzioni: è infatti consigliabile non lasciare un bambino di fronte alla TV per più di due ore al giorno, ma spesso, per evitare capricci e piagnistei, i genitori preferiscono lasciare i piccoli incollati allo schermo. Ciò che spesso viene ignorato è l’effetto e l’influenza che questa attività può avere sullo sviluppo del bambino: difatti, nel momento in cui il bambino guarda la TV tutte le capacità cognitive sono espresse al massimo, nel contempo il corpo è a riposo, seduto o disteso: il bambino è dunque in una condizione di tensione e inattività, e questo potrebbe avere delle importanti ripercussioni dal punto di vista psicologico.
Tuttavia, un utilizzo misurato della TV e i giusti contenuti possono avere delle conseguenze positive sullo sviluppo, che comprendono l’acquisizione di nuove conoscenze, proprietà di linguaggio e sviluppo di capacità relazionali, soprattutto se il momento della TV è condiviso con amici, fratelli o i genitori stessi. La televisione può essere infatti un ottimo spunto di riflessione o di dialogo attinenti al contenuto appena visionato, come un cartone animato o programma per bambini, soprattutto al di sopra dei 4 anni d’età.
Così come per la televisione, l’utilizzo di tutti gli altri dispositivi elettronici come computer, tablet e videogiochi, è sconsigliato al di sotto dei due anni. La conseguenza più grave di un utilizzo improprio di questi dispositivi è infatti la dipendenza, che difficilmente e con molto dispendio di energie da parte dei genitori può essere risolta.
Un abuso di smartphone, tablet e videogiochi fino e anche oltre i 10 anni compromette le capacità di apprendimento e di concentrazione del bambino, nonché le sue capacità di coordinazione motoria, inoltre promuove lo sviluppo di tic nervosi. È di estrema importanza impedire l’uso di tali dispositivi di sera tardi o nel letto, in quanto gli impulsi luminosi possono portare ad una disfunzione dell’ormone melatonina e danneggiare i naturali ritmi circadiani, causando insonnia durante la notte e disattenzione, stanchezza e problemi di apprendimento durante la giornata.
Particolare attenzione va dedicata all’uso dei videogiochi violenti, che, secondo diversi studi, possono portare il bambino a mettere in atto comportamenti violenti verso se stesso o verso gli altri. L’esposizione ad immagini violente o che promuovono l’uso delle armi, è dunque direttamente correlato con lo sviluppo di comportamenti e atteggiamenti volti alla violenza.
Tutto questo è in accordo con la teoria dell’apprendimento sociale (Bandura, 2017), secondo cui gli individui, e in particolare i bambini, apprendano attraverso l’osservazione e l’imitazione dei comportamenti altrui, che vengono associati a dei modelli di riferimenti. Tali modelli possono essere reali, quindi genitori o altri familiari, oppure immaginari, come appunto i videogiochi.
Fra i 4 e i 6 anni, il bambino inizia a distinguere fantasia e realtà, migliorando la sua comprensione di tutto ciò che lo circonda: in questa fase è possibile consentire l’utilizzo di videogiochi, computer e tablet, ma sempre con la dovuta moderazione e attenzione, in particolar modo nei confronti dei contenuti audiovisivi, che devono essere sempre adatti ai bambini e volti all’apprendimento di nuove nozioni, parole o concetti.
La tecnologia è un’arma a doppio taglio: ha reso la vita dell’uomo più semplice, migliorando la qualità e permettendo uno sviluppo cognitivo e di apprendimento maggiore, tuttavia un abuso di questa può nuocere soprattutto i più piccoli, ed è per tanto da utilizzare con cura e attenzione.